Siamo qui per provare

documentario, 88’, colore Italia, 2022
con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini Monica Demuru, Emanuele Valenti, Francesco Alberici, Martina Badiluzzi Andrea Pizzalis, Attilio Scarpellini, Metella Raboni Emanuele Pontecorvo, Giulia Pastore, Gianni Staropoli Cecilia Bertozzi, Chiara Boitani, Lorenzo Grilli, Daniele Torracca
suono presa diretta Emanuele Pontecorvo Jacopo Quadri
musica Valerio Vigliar
fotografia Greta De Lazzaris
regia Greta De Lazzaris, Jacopo Quadri
montaggio Jacopo Quadri

 

 

SIAMO QUI PER PROVARE – crediti

con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini Monica Demuru, Emanuele Valenti, Francesco Alberici, Martina Badiluzzi Andrea Pizzalis, Attilio Scarpellini, Metella Raboni Emanuele Pontecorvo, Giulia Pastore, Gianni Staropoli Cecilia Bertozzi, Chiara Boitani, Lorenzo Grilli, Daniele Torracca regia Greta De Lazzaris, Jacopo Quadri

soggetto Daria Deflorian Antonio Tagliarini

collaborazione al soggetto Barbara Iannarilli

musica Valerio Vigliar

produzione Jacopo Quadri per Ubulibri

collaborazione alla produzione Giulia Galzigni

fotografia Greta De Lazzaris

montaggio Jacopo Quadri

assistenti al montaggio Isabella Guglielmi Fabrizio Federico Nicolò Tettamanti

suono presa diretta Emanuele Pontecorvo Jacopo Quadri

montaggio presa diretta Daniela Bassani

mix Giancarlo Rutigliano

color Vincenzo Marinese | Ttpixel

ufficio stampa Rosalba Ruggeri < mob. +39 338 8218803; e.mail rosalbaruggeri@yahoo.com

SIAMO QUI PER PROVARE – sinossi

Daria, attrice e autrice e Antonio, coreografo e danzatore, abitano a Roma, nella stessa palazzina. Da anni condividono la vita artistica e privata, le emozioni e i pensieri. Il loro è un sodalizio, sono una vera coppia artistica. Ma ora tutto sta per cambiare. Daria si sposa con Attilio e trasloca in un altro quartiere. Intanto, cominciano a lavorare a un nuovo spettacolo ispirato al Ginger e Fred di Federico Fellini, in un gioco di interpretazione e identificazione con la coppia Mastroianni/Masina. Il gruppo di lavoro è composto dagli altri attori, Emanuele, Monica, Francesco e Martina con l’aiuto regista Andrea e la costumista Metella. Siamo nel 2021, in era pandemica, con i teatri spettrali e abbandonati ad un letargo forzato. Si comincia dalle lezioni di tip tap e dalle improvvisazioni, in cui la drammaturgia viene scritta giorno per giorno, prima a Roma, poi a Rimini e a Tolosa, in un viaggio che dopo sei mesi approderà al debutto al Teatro Argentina. Il metodo di lavoro di Daria e Antonio spesso va a scavare dentro la vita di ognuno degli attori della compagnia. Ne escono fuori confessioni, dubbi personali e molte domande: “Cosa abbiamo da dare agli altri? Perché siamo attori, artisti? Qual è la nostra responsabilità nei confronti del pubblico e del mondo che ci circonda? “. Tra i dubbi, nell’euforia creativa, i nostri attori finiscono per assomigliare sempre di più ad un gruppetto di naufraghi, in uno spaesamento dove si mescola continuamente la vita reale con lo spettacolo che (non) sta prendendo forma. Aleggia su tutti, ognuno a suo modo, la paura di perdere la rotta e di non arrivare a portare in scena niente…

SIAMO QUI PER PROVARE – i protagonisti

DARIA DEFLORIAN ha sessant’anni ed è arrivata a Roma da Tesero (Trento) a metà anni ‘90. Con Antonio ha fondato la Compagnia Deflorian / Tagliarini, considerata una delle realtà più interessanti del panorama teatrale internazionale. Abita nello stesso palazzo di Antonio e con lui è abituata a condividere tutto (libri, film, musica e pensieri) in un dialogo continuo dal quale nascono i loro lavori e che è diventata la loro poetica. Ma, il loro rapporto va in crisi, si altera: Daria si sposa con Attilio e cambia casa e quartiere. Sempre più spesso nascono discussioni con Antonio, non si capiscono più e, a volte, non si sopportano. Anche la “ditta” Deflorian / Tagliarini (come lei la chiama, scherzando), in questo momento le sta stretta, non ritrova più il senso profondo del loro lavorare insieme.

ANTONIO TAGLIARINI ha 55 anni, padre siciliano e madre lombarda, è cresciuto a Roma, diviso tra precisione e passionalità. Fin da piccolo è innamorato della danza e ha ballato fino a quando un incidente in moto glielo ha impedito. Si è trasformato in un ironico e irresistibile performer diventando interprete di diversi spettacoli e performance. Nel 2007, conosce Daria e nasce il loro profondo legame di vita, amicizia e arte. È reduce dal divorzio con Felipe, spagnolo, per il quale ha sofferto tantissimo ed è in un momento di grande cambiamento. Ha deciso di affrontare le cose che non vanno nella sua vita, a cominciare dal soffitto di casa sua che si sta staccando e ci piove dentro da mesi. Con questo spirito comincia il nuovo spettacolo che dovrebbe avere il ballo come cuore del progetto.

MONICA DEMURU, attrice con l’anima di cantante e cantante con l’anima di soubrette. Vivace e divertente, è nata in Sardegna, ma dopo molti anni passati a Roma si è trasferita da poco con il marito e il figlio a Napoli. Molto amica di Daria e Antonio, ama lavorare con loro e soprattutto sente che dentro la natura di Amelia/Giulietta Masina ci sono molte cose che la riguardano. Ha lavorato in passato con la Raffaello Sanzio di Romeo Castellucci. Porta una grande energia nel gruppo e si mette in gioco completamente, facendosi attraversare emotivamente da tutto quello che succede durante le prove. Ha già lavorato anche con Francesco, con cui continua ad avere dei momenti di incomprensione. Ha invece legato molto con Emanuele, con lui condivide le situazioni di maggior difficoltà nelle quali si supportano a vicenda.

EMANUELE VALENTI, attore e regista napoletano, quarantacinquenne. Ha lavorato con tanti autori importanti del teatro italiano, come Enzo Moscato ed è stato regista e attore della compagnia Punta Corsara. Si cimenta a lavorare con Daria e Antonio per la prima volta. È molto affascinato e coinvolto dal loro metodo creativo ma nello stesso tempo è quello che ne viene messo più in crisi. Emanuele subisce i continui cambiamenti, studia ma vorrebbe capire di più. E’ lui che prima del debutto manifesta apertamente il disagio e i suoi sfoghi contribuiranno a rianimare le prove e a ritrovare la rotta.

FRANCESCO ALBERICI, autore e attore trentenne di Milano, ha già lavorato con Daria e Antonio e nel 2021 ha vinto il Premio Ubu come Miglior attore emergente ed è stato candidato al Premio Riccione per la drammaturgia. Ha una sintonia più forte con Daria ma, durante le prove, anche tra loro il rapporto entra in crisi: Francesco sembra accusare più di tutti il disorientamento generale che travolge la compagnia.

MARTINA BADILUZZI, regista, drammaturga e attrice friulana trentenne, premiata alla Biennale teatro nel 2019, vive ora a Roma. Sembra restare sempre un po’ ai margini delle dinamiche che investono il gruppo. Solare e dinamica, ascolta molto e interviene poco, affronta i dubbi stando da sola a pensare, studiare o mettendosi a ballare.

ANDREA PIZZALIS, autore e attore di teatro quarantenne. Qui è in veste di aiuto regista e factotum. È lui che registra le improvvisazioni degli attori e poi le sbobina e le trascrive. Interviene nelle riunioni per la riscrittura dei testi, fa le foto di scena e cerca di risolvere i mille problemi pratici di ogni giorno. A volte, nelle discussioni tra Daria e Antonio, sembra quasi un terapeuta di coppia che prova a farli comunicare.

ATTILIO SCARPELLINI, critico, autore e scrittore. È il compagno, lo sposo di Daria e anche il consulente artistico dello Compagnia. I suoi interventi servono più ad aiutare il gruppo e a capire cosa stiano attraversando che a dare una direzione, a volte è come un nume tutelare che li osserva dall’alto, al quale rivolgono lo sguardo in cerca di rassicurazione.

 

note di regia di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri

Abbiamo accolto la proposta di Daria e Antonio di girare un documentario sul loro nuovo progetto teatrale con l’idea di osservare e indagare le interferenze tra la vita intima e quotidiana e la creazione artistica. Conoscendo il loro metodo di lavoro, sapevamo che le prove ci avrebbero dato l’occasione di confondere i piani, quello del reale con la finzione. Di fatto le riprese sono iniziate con il matrimonio di Daria. Come troupe solo noi due con un’unica telecamera, per non essere d’intralcio, ma sempre presenti, discreti ma mai invisibili, altri occhi ad osservare. Durante i mesi di prove, in piena pandemia, abbiamo condiviso con la compagnia, registi e attori, i dubbi, il sentimento di inadeguatezza, la fatica. Così la paura di non arrivare a niente, che ci accumuna, trova una forma, come se fosse la vita in divenire con le sue traiettorie inaspettate. Immergere lo spettatore nella vicenda dei protagonisti del documentario, è stata una scelta conseguente al metodo Deflorian /Tagliarini, come se chi guardasse non solo guardasse ma vivesse con loro. Assecondare il flusso per osservare e rendere percepibile gli sforzi del gruppo al lavoro: le difficoltà, i dubbi, il mettersi in gioco per imparare a ballare, lo stare al mondo come artisti negli spazi svuotati dalla pandemia, i risultati e i fallimenti prima del debutto. La camera è rimasta vicinissima agli attori, attenta e mobile per ribadire e ribaltare sullo spettatore un’aderenza totale in un rapporto di vicinanza e condivisione. Il film è girato con una sola telecamera, volutamente, per non avere una molteplicità di punti di vista. Così come la presa diretta sonora è stata sempre contigua alla ripresa. Siamo stati una troupe piccola, quasi invisibile, creando una sorta di consuetudine per ottenere il massimo della spontaneità. In fase di montaggio abbiamo costruito la narrazione del film e, nella coralità, abbiamo messo a fuoco ogni personaggio, facendo emergere ogni dettaglio del suo percorso. La musica, originale, di Valerio Vigliar scandisce ciclicamente il tempo. Alla fine dei 90 minuti di film è passato un anno, vissuto insieme in un’esperienza che ci ha arricchiti e messi in discussione, emozionati, forse svuotati ma ci anche contagiato una spinta vitale nuova e imprevista; abbiamo conosciuto da molto vicino delle persone che non avremmo mai conosciuto, se non attraverso lo sguardo del film: un gruppo di artisti, giovani e più maturi, che provano a vivere, costruendo uno spettacolo.

Jacopo Quadri – regia e montaggio (Milano, 1964) montatore, produttore, regista. Come montatore ha lavorato con Bernardo Bertolucci, Mario Martone, Gianfranco Rosi, Paolo Virzì, Marco Bechis, Zhang Yuan, Clare Peploe, Alessandro Rossetto, Laura Bispuri, Ciro Guerra, Apichatpong Weerasethakul e altri. Con Antonietta De Lillo e Patrizio Esposito ha firmato la regia del documentario Saharawi, voci distanti dal mare (1997) e con Mario Martone La terra trema (1998) e Un posto al mondo (2000). Ha realizzato il cortometraggio Marisa (2000) e la serie sperimentale Statici (1996-2002). Con la casa editrice Ubulibri, che dirige dal 2012, ha prodotto alcuni documentari di cui è regista e montatore: sul teatro (La scuola d’estate, 2014 – Premio speciale Nastri d’Argento 2015; Il Paese dove gli alberi volano. Eugenio Barba e i giorni dell’Odin, 2015, co\regia con Davide Barletti, presentato alle Giornate degli Autori) e sul mondo contadino contemporaneo (Lorello e Brunello, 2017 – presentato al Torino Film Festival, Premio Cipputi, e alla 68ma Berlinale; Ultimina, 2020 in concorso a IDFA Amsterdam e vincitore del Premio Corso Salani al Trieste Film Festival). È presidente dell’Associazione “Ubu per Franco Quadri” che si propone di coltivare uno sguardo lungo sul teatro e gli Archivi del critico e editore scomparso nel 2011 e che annualmente organizza i premi Ubu per il Teatro.

Greta De Lazzaris – regia e fotografia (Marsiglia, 1975) si specializza a Marsiglia nello studio del cinema documentario e si trasferisce a Roma nel 2002 dove lavora come aiuto e assistente operatore principalmente con il direttore della fotografia Marco Onorato (Estate Romana, L’imbalsamatore, Primo Amore, Gomorra, Reality). È operatrice di macchina e direttrice della fotografia per diversi documentari (tra gli altri: L’Orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente, Nadea e Sveta di Maura Delpero, Lorello e Brunello e Ultimina di Jacopo Quadri, This is not Cricket di Jacopo de Bertdoldi). Nel 2013, firma la regia del suo primo documentario, Rosarno, che viene presentato al Festival di Torino nel concorso Italiana Doc. Nel 2016 firma la fotografia del documentario di Federica di Giacomo: Liberami, vincitore del leone per il Miglior Film sezione Orizzonti, 73a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Parallelamente al suo lavoro di direttrice della fotografia, dal 2014 inizia a dedicarsi alla fotografia di scena.

Valerio Vigliar – musiche originali (Roma, 1976) compositore, performer e produttore discografico, con incursioni tra cinema, teatro e arte contemporanea. Come compositore e sound designer ha collaborato con produzioni come Fandango, Rai Cinema, Vivo Film, Netflix, Palomar, Indigo Film e ai film di Gipi, Francesca Comencini, Alessandro Rossetto, Agostino Ferrente, tra gli altri. Con Jacopo Quadri inizia a collaborare nel 2017 per il film Lorello e Brunello. Fa parte del Collettivo Angelo Mai e della compagnia Bluemotion. Tra gli altri riconoscimenti, il David di Donatello per le musiche di Aria (2005, regia di Claudio Noce) e il premio Ubu 2020\2021per il progetto sonoro dello spettacolo Tiresias.

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