I libri quadrati
Aldilà del disgelo
Cinema Sovietico degli anni Sessanta
a cura di Giovanni Buttafava
pp. 188, ill., € 15,49
(ISBN 978-88-77480-67-5)
“Il problema che si poneva alla mia generazione era aut-aut.
O sconfinare in altre regioni, nascondersi dietro a un qualsivolgia materiale stilistico dove la tua anima poteva avere sufficiente movimento per ottenere un qualche risultato artistico, non necessariamente al passo coi tempi…, o ‘crescere aldispora di se stessi’, …maturando fino a giungere a acquisire nell’arte qualcosa come una nuova visione della Storia e dell’Uomo, anzi, più esattamente, una nuova visione dell’Uomo nella Storia e della Storia nell’Uomo…
Ho cercato, a mio rischio e pericolo, di raccontare a quali pile galvaniche noi fossimo legati e perché le nostre munizioni bastarono sì e no per una decina d’anni o poco più.
Ma furono dieci anni memorabili”. (Viktor Dëmin).
Uno dei periodi più esaltanti e misconosciuti della storia del cinema. Di qui sono venuti Andrej Tarkovskij e Andrej Koncalovskij, Otar Ioseliani e Sergej Paradzanov fra trionfo e caduta di Chruscëv le opere e le illusioni, le immagini e le speranze degli “Sestidesjatniki”, gli uomini degli anni Sessanta.
Parlano i protagonisti: interviste, pagine teoriche, saggi. E un dizionario ragionato di registi, scrittori, attori, tecnici. Tutto quello che occorre per comprendere il “Nuovo Cinema Sovietico” di vent’anni fa. E anche per comprendere il cinema della “perestrojka” di Gorbaciov che a quella prima violenta fioritura di “cinema d’autore” in Urss si richiama apertamente.