La Ubulibri

La Ubulibri è una casa editrice fondata nel 1977 da Franco Quadri, che si occupa prevalentemente di pubblicazioni sul teatro e sulle Arti sceniche.

Ubulibri
Via Amerigo Vespucci 24
00153 Roma
ubutre@gmail.com

ubulibrisrl@gmail.com


IL PATALOGO

Unico annuario di teatro esistente in Italia Il Patalogo è ormai uno strumento per i collezionisti, per gli studiosi di teatro di tutt’Europa, per gli appassionati dello spettacolo di oggi e per i curiosi di domani. Il nuovo volume di questo Catalogo con la ‘P’ della Patafisica, cara all’autore di Ubu roi, racconta la stagione teatrale appena trascorsa, mettendo in evidenza le nuove tendenze, segnalando, non senza ironia, mode e fenomeni di costume che emergono e tramontano per sottolineare i cambiamenti e le evoluzioni delle scene nazionali e internazionali. Ideato e diretto da Franco Quadri, edito da Ubulibri, di cui è la bandiera e il manifesto, lega da sempre la sua storia al Premio Ubu, nato nel 1979 insieme all’Annuario che lo promuove.

 

 

 

 

Il Patalogo 32
Annuario del Teatro 2009
Altre idee di teatro
352 pagine, ill., € 55,00
(ISBN 978-88-77483-20-1)

Ricco d’illustrazioni, questo volume enciclopedico contiene tutte le informazioni sugli spettacoli prodotti in Italia nel corso dell’anno, corredate da dichiarazioni di poetica e commenti critici, ma dedica anche delle sezioni a tutti i festival italiani e a quelli più importanti nel mondo, ai convegni, alle mostre, ai libri, ai premi di argomento teatrale. Unico nel suo genere, frutto dell’autentica passione di una redazione di specialisti, il Patalogo 32 non si limita alla sola funzione informativa, ma è allo stesso tempo di piacevole lettura, nella continua alternanza di dati e immagini, approfondimenti e curiosità. Fissando sulla pagina gli eventi più significativi della stagione teatrale appena trascorsa, si offre alla lettura degli esperti e dei neofiti come lo strumento più esaustivo per interpretare il teatro e la sua variegata vitalità.
Questo numero dedica l’annuale sezione speciale a un’analisi documentata di come alcuni grandi personaggi recentemente scomparsi – a cominciare da Pina Bausch, che figura anche in copertina – hanno cambiato l’immagine della scena (vedere l’elenco a seguire come appare nella quarta di copertina).

Pina Bausch
Augusto Boal
Alain Crombecque
Merce Cunningham
Leo de Berardinis
Tony D’Urso
Nico Garrone
Jürgen Gosch
Luigi Gozzi
Klaus M. Grüber
Tullio Kezich
Claude Lévi-Strauss
Claudio Meldolesi
Alda Merini
Giancarlo Nanni
Lisa Pancrazi
Fernanda Pivano
Roger Planchon
Ugo Ronfani
Nina Vinchi
Peter Zadek

 


 

 

 

 

 

Il Patalogo 31
Annuario del Teatro 2008
Nueva Hispanidad
480 pagine, illustratissimo, € 59,00
(ISBN 978-88-77483-09-6)

A cominciare da una nitida copertina che ha la violenza di una bomba, il Patalogo 31, il più ricco di foto, pagine, notizie nella storia di questo annuario è dedicato alla Nueva Hispanidad, ovvero al boom del teatro iberico e sudamericano di lingua spagnola, senza dimenticare né Cuba né il Messico: una fucina di nuovi autori dal madrileno Juan Mayorga allo scoppiettante Rafael Spregelburd, bonaerense ma già cittadino del mondo, ovvero un sistema di diffusione particolarissimo e da scoprire per la ricchezza di idee e l’originalità delle proposte, ma anche per la ricerca teorica.
Naturalmente non manca la cronaca particolareggiata dell’ultima stagione teatrale italiana con i suoi exploit, dalla Trilogia della villeggiatura di Toni Servillo alla conferma registica di Alessandro Gassman, da due diverse Odissee al monumentale Tolstoij di Nekrosius, dalla scoperta dei veneti di Babilonia Teatri ai ragazzi siculi di Suttascupa o al boom di Lorenzo Gleijeses, esaltando la creatività scatenata di Sandro Bergonzoni autore e attore, mentre nelle rassegne dei festival stranieri, accanto ai grandi nomi di sempre, si consacra definitivamente Romeo Castellucci alle prese con Dante nella città dei papi ribelli.
E come sempre incuriosisce e appassiona la lettura delle 55 schede di votazione dei critici con le loro preferenze per i Premi Ubu 2008, che per fortuna vantano una serie di scoperte di nomi nuovi accanto a quelli già consacrati, nella certezza che anche da noi il teatro non smette di rinnovarsi.


 

 

 

 

Il Patalogo 30
Annuario del Teatro 2007
Quale futuro per il teatro?
400 pagine, illustratissimo, € 59,00
(ISBN 978-88-77482-88-4)

Supera ancora il tetto delle 400 pagine il Patalogo, arrivato al trentesimo anno di vita con un numero ricchissimo di foto e tutti i dati riguardanti la scorsa stagione, i festival italiani e stranieri, le immagini che, a partire dalle pagine di copertina col Faust di Nekrosius e il Pericle di Latella, ci fanno conoscere i giovani dell’ultima premiatissima generazione ma anche i grandi successi stranieri, da Isabelle Huppert nell’eleganza del bellissimo Quartett diretto da Bob Wilson all’esplosione di vita dell’ultimo spettacolo del Théâtre du Soleil. Ma se nell’ultima stagione non sono mancate le sorprese né i successi, questo è un numero dove abbondano i ritorni al passato, che ci aiuta a ricordare nomi e avvenimenti che appagano la nostalgia. Ci sono anche oltre cinquanta personaggi di oggi e di ieri che, da dentro e da fuori della scena, prospettano una loro idea su quel che si aspettano dal teatro del futuro, senza trascurare i ricordi, da Alberto Arbasino a Eugenio Barba, da Gillo Dorfles a Luca Ronconi, da Georges Banu a Sandro Lombardi, da Enzo Consolo a Romeo Castellucci e ci introducono a una cavalcata nel mondo. Naturalmente, come tutti gli anni, nell’Annuario si ritrovano le preferenze di tutti i cinquantuno votanti dei Premi Ubu 2007, che come sempre non mancano di sorprese, e non manca l’elenco di tutti gli artisti che hanno avuto la palma dalla prima edizione nel 1978 fino a oggi. Il Patalogo 30, un modo per vivere e rivivere attraverso personaggi incontrati e spettacoli visti anche dei momenti della nostra vita.


 

 

 

 

Il Patalogo 29
Annuario del Teatro 2006
I nomi dell’anno
404 pagine, illustratissimo, € 59,00
(ISBN 978-88-77482-77-8)

Alla vigilia dei trent’anni di pubblicazione, il Patalogo ha deciso di superare la vetta delle 400 pagine per documentare la realtà scenica con maggior ricchezza di dati, foto, polemiche, apprezzamenti. Oltre all’elenco ragionato di tutti gli spettacoli presentati in un anno in Italia con un’ampia panoramica sui festival stranieri, nel nuovo volume figura un alfabeto di nomi che dall’A di Altro Ronconi alla Z di Zidane ci disegna una pianta della teatralità rassicurandoci col far rivivere qualche centenario in clima di attualità come dimostra una serie di Ibsen scandalosi, mentre il revival di Aristofane ci dimostra che questo greco vissuto venticinque secoli fa potrebbe essere un nostro contemporaneo. In effetti è stato un autentico avvenimento il lavoro, compiuto in qualche mese sulla sua Pace, da una settantina di ragazzi usciti dal quartiere napoletano di Scampia, insieme ad alcuni rom e a giovani di una scuola del centro, guidati da Marco Martinelli in una esemplare non-scuola e portato davanti al pubblico con molta emozione. Ma c’è anche la Medea reinventata da Antonio Latella che, in una scena in cui tutto e tutti sono nudi, rivive la nostra realtà riscoprendo i modi di espressione, e c’è il grido di protesta contro il mondo di una meditazione a voce alta di Rodrigo García, mentre in Calabria fa anche capolino un Gesù colpito dal fascino della Maddalena e sorpreso dall’incontro imprevisto con Afrodite. E ci sono i Premi Ubu – ormai definiti gli Oscar del nostro teatro – con la documentazioe di tutti i voti che hanno contribuito a formare la mappa degli eletti tra decine e decine di candidature presentate da oltre cinquanta votanti e tutte documentate. Dopo tutto il Patalogo – che trae il nome dalla fusione della parola “catalogo” con la “patafisica”, scienza impossibile delle soluzioni immaginarie fondata da Alfred Jarry, creatore di Ubu re – è anche e soprattutto una enciclopedia, a volte in forma di racconto, che permette a tutti di ritrovare tra le dense pagine scritte e la ricchezza delle immagini degli angoli della propria vita, attraverso il ricordo di quel che ha visto, ma anche di quello che gli è sfuggito e impara ora a conoscere.


 

 

 

 

Il Patalogo 28
Annuario del Teatro 2005
Il ruolo della regia negli anni duemila
336 pagine, più di mille illustrazioni, € 55,00
(ISBN 978-88-77482-62-4)

C’è il diavolo quest’anno sulla copertina del Patalogo 28, il corposo, lussureggiante annuario che la Ubulibri dedica da quasi trent’anni al teatro: è un demonio sotto mentite spoglie, quello che si presenta al Peer Gynt norvegese creato da Bob Wilson per il centenario ibseniano; e in controcopertina gli risponde un uomo perso nel Museo delle frasi che Heiner Goebbels ha tratto da testi di Canetti nello spettacolo più rappresentato quest’anno ai grandi festival europei, da Parigi a Roma. Questa doppia immagine ben si adatta alle prospettive dell’attualità teatrale, afflitta ora anche dai tagli ministeriali e in ansia per un futuro di trasformazioni. Al centro del volume c’è infatti un’inchiesta sui cambiamenti del ruolo del regista in Europa, in seguito al rinnovarsi di un teatro che tende a spostare l’attenzione sui giovani autori o sul lavoro di gruppo, mentre antepone sfondi visivi basati su video e su tecniche televisive alle scene costruite. Rispondono critici, studiosi, registi italiani e stranieri con diverse opinioni destinate a lanciare polemiche o tesi curiose, come quella che paragona il mutare del teatro a quella della viabilità, dove le rotonde hanno sostituto gli incroci.
Ma ci sono anche gli appassionati, gli studenti, i curiosi che vogliono fare dei bilanci sulla situazione dello spettacolo: anche su questo Patalogo si può trovare l’indicazione del meglio che si può vedere nel mondo e a volte anche del peggio, negli elenchi ricchi di dati, di commenti, di curiosità sui programmi già realizzati, destinati a rivivere in questa enciclopedia del teatro vivente che arriva anche a fornirvi i dati che non troverete su Internet. E vi dà anche modo di addentrarvi nei segreti dei Premi Ubu, da anni riconosciuti come i più importanti della nostra scena, offrendo alla curiosità del lettore le schede delle preferenze indicate da tutti i 49 specialisti del ramo che hanno partecipato quest’anno alla prima votazione e al ballottaggio dei candidati, dove non mancano mai le sorprese, né le scoperte.


 

 

 

 

Il Patalogo 27
Annuario del Teatro 2004
Per esempio, il corpo e la parola
348 pagine, più di mille illustrazioni b/n,
€ 55,00
(ISBN 978-88-77482-57-0)

Il Patalogo compie ventisette anni. Creato nel 1978, come unico annuario del teatro italiano (e non solo) da Franco Quadri, segue da allora, grazie a una redazione giovane in continuo rinnovamento, l’evoluzione delle scene italiane e internazionali con lo stile disincantato di un “Catalogo con la P”, chiamato appunto Patalogo, in omaggio alla Patafisica, la scienza dell’immaginario ideata da Alfred Jarry, il creatore di Ubu, che ispira la Ubulibri. L’edizione di quest’anno, affettuosamente dedicata a Laura Betti, “donna dolcissima e terribile”, si apre e si chiude con un omaggio a Robert Wilson e al suo spettacolo indonesiano I La Galigo, fantastico racconto della creazione ispirato a uno storico poema epico dei mari del sud e affidato all’energia di cinquanta attori-danzatori, trascinati da musiche indonesiane, tra immagini potenti e visionarie dai ritmi lentissimi incantati che ricordano gli inizi del grande regista. 
Ma non tutto è utopia. Soffermandosi con attenzione e senso critico su quello che si può e a volte non si deve dire degli spettacoli più importanti o più curiosi, Il Patalogo è anche quest’anno, per ricchezza di dati e curiosità, lo specchio di un teatro che può far sognare ma non dimentica i problemi e le polemiche del mondo che lo circonda, né quelli di chi il teatro lo fa. E tra le varie carrellate informative l’attenzione va ai Premi Ubu, ambiti da anni come gli Oscar della nostra scena, con le schede di tutti i 55 critici che hanno partecipato alla doppia serie di votazioni, quest’anno impegnate a mettere a confronto le vecchie glorie e i giovani più battaglieri, con la scelta come miglior spettacolo dei Pescecani brechtiani inscenato dai carcerati di Volterra.
Lo Speciale, sezione che interpreta le tendenze della stagione, si intitola quest’anno “Per esempio, il corpo e la parola” e punta sulla diversità con cui la scena guarda la realtà, partendo da un corso parallelo internazionale che ha visto il regista belga Jan Fabre lavorare con improvvisazioni sul corpo e il quebecchese Denis Marleau sulla parola del testo. Si identifica poi lo spettacolo dell’anno nel mondo nel crudelissimo Tito Andronico scespiriano, non a caso ripreso in diversissime edizioni in più paesi; si analizzano i vari modi di cogliere l’attualità di Medea, e come la tragedia greca continua a rivivere, e anche a venire riscritta. Non a caso il prezioso volume ha in copertina un malato terminale completamente bendato ovvero l’Amleto di Heiner Müller che, su uno sfondo giallo, lancia un urlo di angoscia, mentre in controcopertina una coppia uscita dalla Tragedia Endogonidia della Raffaello Sanzio si allontana sotto una pioggia di sangue.


Il Patalogo 26
Annuario del Teatro 2003
Scrivere e riscrivere
L’invenzione e la memoria
pp. 352, € 49,00
(ISBN 978-88-77482-47-1)

Il Patalogo, ha superato con coraggio e resistenza la soglia dei venticinque anni e licenzia il N. 26 nella solita data prima delle feste: è un compendio prezioso per chi ancora ama, frequenta o studia le scene. Questa nuova edizione si presenta come sempre ricca e invitante, aprendosi con una dettagliatissima carrellata sulla stagione teatrale appena trascorsa, corredata da più di mille foto e tutti i dati, le dichiarazioni degli artisti, i pareri della critica e svariate curiosità sugli spettacoli. A seguire le sezioni dei festival italiani e stranieri, ancora più complete di notizie e commenti, i Premi Ubu (prescelti per iscritto da una giuria di 57 critici teatrali italiani), i convegni, i libri, le mostre, i premi e tutti gli altri eventi più significativi del teatro di un anno.
Ma il volume ha il suo clou nella sezione speciale intitolata quest’anno “Scrivere e riscrivere, l’invenzione e la memoria”, con una riflessione critica sulle nuove tendenze del teatro. Si interroga sui nuovi, sulle riscritture di classici, sottolineando il nesso tra invenzione e memoria. Hanno particolare rilevanza – come viene evidenziato da Renata Molinari – il romano Ascanio Celestini, il “cantastorie” per eccellenza, che attraverso il racconto orale spinge a una diversa consapevolezza la figura del narratore in scena; il siciliano Davide Enia, autore che si rappresenta nella vicenda raccontata attraverso le forme e la lingua del cunto palermitano; Emma Dante, che passa dalle guerre della storia a quelle di ogni giorno nella famiglia; Fausto Paravidino, che parte dal modus vivendi dei giovani e dagli episodi tragici della società italiana per provocare e riflettere; Letizia Russo, appena ventitreenne, che inventa uno stile; e i più affermati Paolo Rossi, Danio Manfredini e Daniele Segre che raccontano e scandagliano le guerre della politica, dei sessi e delle età.
Della crisi del soggetto e il collasso del personaggio, tra monologhi e autobiografie, parlano sia il critico Andrea Porcheddu, che gli spettacoli In fondo a destra, del poeta romagnolo Raffaello Baldini, e La Mostra dello scrittore triestino Claudio Magris, mentre in ricordo di Giovanni Testori, a dieci anni dalla morte, attraverso spettacoli, convegni e mostre, si analizza l’eredità della sua scrittura teatrale.
Ma la polemica tocca i grandi del secolo scorso. Come si interpreta Eduardo De Filippo: secondo l’antica tradizione come fa il figlio Luca con la regia di Francesco Rosi in Napoli milionaria!, o portandolo verso di noi come fa Toni Servillo nella sua premiatissima edizione di Sabato, domenica e lunedì? E poi c’è il problema Brecht, con le due invecchiate messinscene di Madre Courage recitate in Italia da Mariangela Melato e a Berlino da Angela Winkler, a cui risponde dal carcere di Volterra Armando Punzo con un attacco all’autore nel suo frenetico I pescecani ovvero quel che resta di Bertolt Brecht.
La tematica del teatro di guerra – che continua purtroppo a mostrare la sua tragica attualità – della drammaturgia brechtiana mostra i suoi riverberi nella riscrittura mülleriana del Filottete (copertina del volume) ma soprattutto nello spettacolo collettivo Le dernier caravansérail del Théâtre du Soleil diretto da Ariane Mnouchkine sui profughi di tutto il mondo.
La sezione speciale termina con un saggio di Franco Quadri che attraverso l’analisi della Tragedia Endogonidia della Raffaello Sanzio, il caso portoghese di Castro portato al successo da Maria de Medeiros, gli spettacoli delle madri assassine di Teatrino Clandestino affronta un interrogativo importante: può rinascere in teatro la tragedia, ridotta com’è ormai a un momento di vita quotidiana così escluso da qualsiasi rapporto col mito?



 

 

 


Il Patalogo 25
Quale teatro per il 2003?
Teatro (2002)
pp. 352, ill., € 49,00
(ISBN 978-88-77482-27-3)

Nel Patalogo venticinque tutto il teatro del 2002 ma quale teatro nel 2003?
quando la guerra occupa un teatro
e la scena riscopre la guerra
da Rwanda 94 a Genova 01
Resistere resistere resistere
no a normalizzazioni e censure
ridare un posto in scena al cavaliere
ubu bas, clown corto, arturo ui
faccia le corna, dica barzellette
purché la parte sia di presidente
anche il duce fa l’opera buffa
e la Fortezza quella da tre soldi
Moscato si maschera da Pulcinella
va al potere l’ondata dei nonni
nell’anno in cui si recitan le favole
i padri fanno a pezzi Hänsel e Gretel
(ah se Maisie Melato lo sapesse)
e pure noi scopriamo Arpad Schilling
leggiamo un Genet nuovo con Latella
fra i paralleli Amleti di Federico Tiezzi
e l’etnico sognare delle Albe
Ascanio trova il mito nelle cronache
ma per il nostro teatro questa è la bella crisi
non per chi trasumana ma per chi organizza
Ronconi monta una scuola di regia
Ostermeier si consacra ai nuovi autori
Brook non la smette di scavare Amleto
Luc Bondy fruga nei modi d’amare
il radicalismo tedesco ci dona Pollesch
la Spagna Rodrigo, un altro García ribelle
Ma il teatro è dissidenza come ripete Barba?
Carne e parola come oggi in Vasil’ev?
Anche in Sicilia si scrive coi corpi
come in prigione e nei luoghi dei diversi
Sarah Kane ci ha fatto vivere il morire
Carmelo ci lascia la “parola destinata
a dire il Nulla della Voce-Ascolto”
Infinities implica andare oltre i confini
dove la scienza può incontrar la poesia
Endogonidia vuol esser la tragedia
che mai fu scritta e resta irripetibile
solo tensioni fuori dal controllo:
e se astratto e reale collidessero?




 

 

 

Il Patalogo 24
Teatro in Italia anno zero?
Teatro (2001)
pp. 352, ill., € 48,80
(ISBN 978-88-77482-09-9)

L’unico annuario del teatro
ci racconta il bello e il brutto
della prima stagione
del nuovo millennio
352 pagine 1000 foto
i 22 spettacoli italiani dell’anno
i festival di tutto il mondo
i premi ubu
l’indice dei nomi
e specialmente
il nuovo alfabeto del Patalogo:
Architettura: Frank Gehry
Bilanci romani (Martone)
Critica della critica
Desinar cantando
Esclusi in mostra
Festival contestati
G8 in teatrino
Hamlet e gli altri
Islam (il Corano)
Jean Genet new look
Living and Glorious
Mejerchol’d: il suo anno
Nuovo Circo dappertutto
On line
Pontedera Workcenter
Quanti Gabbiani
Radionews
Scespiratamente
Teatri stabili?
Ubu ad Avignone
Vino
Watermill Wilson
Zero per l’Italia


 

 

 

 

Il Patalogo 23
Il Duemila e il suo doppio
Teatro (2000)
pp. 368, ill., € 46,48
(ISBN 978-88-77481-83-2)

Un altro Patalogo con un suo titolo
e ancora un record di pagine e di foto
perché anche il Duemila ha una sua storia
sospesa tra la terra e il cielo
Anche il teatro ha imparato
che il Giubileo dei santi in pompamagna
può rallegrare le vie dei pellegrini
ma ad altri serve a ingrassare le casse
La scena può ancora cercare se stessa
nel mistero reale delle cose
Scoprire con la Raffaello Sanzio
che la Genesi fu una tremenda apocalisse
preludio al viaggio nel male dei figli di Caino
Scoprire con Dodin in tantissime ore
che Dostoevskij era un profeta
cercando ancora i suoi demoni tra noi
fratelli dei tedeschi anni ’70 materiali da commedia
senza miti per Antonio Tarantino e Cherif
Intanto la nera stella di Macbeth trova con Nekrosius
un potere stregato e un miserere contadino
e risveglia negli attori-detenuti di Volterra
dei problemi d’identificazione o di metodo
Il teatro è un tempo senza tempo
dove l’Edipo meteco di Martone
nell’anno in cui Roma sogna un altro teatro
scende dal trono nella peste coi diversi
immigrati tossici dropout la nuova Europa
dei maledetti che ispira Norén e Ostermeier
Ma nell’anno in cui abbiamo perso
Gassman Gielgud e Guinness
mentre Kubrick aspetta il 2001 da lassù
e la voce di Carmelo ricrea Mila di Codra
per Ronconi la vita può essere il sogno
d’un delirio barocco di potere
che vuol aprire la strada alla salvezza
ma rinasce come specchio d’inganni
oggetto di compianto per gli dèi
O il sogno si realizza con Bob dentro un teatro
o riflessi nei riflessi d’un pavillon cinese?
O cerca un senso nel poema d’un sommo
opera della vita anche per chi lo monta
Stein che nei teatri di Faust e del suo errare
chiude il cerchio con un’ascesa in cielo
Il Patalogo è una storia delle storie
non solo un annuario di spettacoli
ma anche un’idea di teatro, per Ubu!
da vivere come un sogno o un’avventura
Il Duemila e il suo doppio numero 23.


 

 

 

 

Il Patalogo 22
Un anno e un secolo di teatro
Teatro (1999)
pp. 376, ill., € 46,48
(ISBN 978-88-77481-85-6)

Questo è il Patalogo del Secolo.
Con più di 100 pagine in più.
Porta il numero 22 anche perché è due volte doppio.
Doppio per la ricchezza con cui illustra un’annata
teatrale e elettrizzata dal compito di chiudere
un periodo: l’anno degli Amleti che ha spinto
gli artisti alla ricerca dello spettacolo prototipo.
Con un denso indice dei nomi che gli toglie
un po’ di senso del mistero e apre le porte a una
più agevole consultazione.
Doppio perché, finito il Patalogo della stagione
con tutti i dati, i commenti, le perle che
gli appassionati si aspettano, ne comincia un altro
dedicato al Secolo Breve, un anno per pagina,
ciascuna con uno spettacolo, un volto, una moda.
In un solo volume un Annuario e una Storia del Secolo:
un album di quel che dobbiamo ricordare di questo
maledetto Novecento che ha cambiato il teatro.
Con l’usuale dose di provocazioni e di sorprese,
come si addice a un Catalogo con la P della Patafisica,
la scienza degl’impossibili del nostro patrono Ubu.
E al Millennio ci penseremo un’altra volta.




 

 

 

Il Patalogo 21
Teatro (1998)
pp. 284, ill., € 41,32
(ISBN 978-88-77481-67-2)

Scoprine una descrizione attraverso il MetaPatalogo di Oliviero Ponte di Pino e Renata Molinari

C’è il teatro dell’impossibile
e il teatro che sfonda in Tv,
la follia per il musical
e la recita nella dark room
nella stagione del Nobel per Fo
e dell’addio di Giorgio Strehler.
Nel Patalogo 21 show e festival
con più dati, più interviste, più foto.
E l’alfabeto di un anno-spettacolo:
A come architetture nuove,
B come Berlino d’amore e di scena,
C come Carlo Cecchi a Palermo,
Dostoevskij per Ronconi, Vassilev e Ljubimov,
e Marthaler baffuto regista dell’anno,
il nuovo autore d’Irlanda Mc Donagh,
Isa Danieli multistar,
la Francia interetnica del Mondiale,
docuteatro da Ciano a Moro,
la lirica che si rifonda,
gli atti profani di Tarantino e Cherif,
teatro politico e teatro violenza,
Teatro di guerra per Martone,
Orlando furioso utopia e porno,
due Pelati in leggenda
Ronaldo e Pantani,
la danza delle poltrone,
l’urlo del mostro Cuticchio,
la geometria di Lepage,
Salmon non solo una memoria.
E alla fine Y come Young Theatre.




 

 

 


Il Patalogo 20
Teatro (1997)
pp. 316, ill., € 41,32
(ISBN 978-88-77481-98-6)

Scoprine una descrizione attraverso il MetaPatalogo di Oliviero Ponte di Pino e Renata Molinari

Un Patalogo che conta per 20
con le chiavi di lettura dei 20 numeri usciti
per fare il punto su 20 anni di teatro.
Ma anche l’inventario dell’ultima stagione:
spettacoli, spettacoli, spettacoli, spettacoli,
festival, mostre, performance, Premi Ubu,
le polemiche e gli antidoti antiTv,
Carmelo Bene, Carlo Cecchi, King Leo,
Dario Nobel, Soc. Raffaello Sanzio
choc per i grandi e gioco per i piccoli,
Martone dai Quartieri Spagnoli a Sarajevo,
il nuovo teatro della crudeltà
coi testi scandalo dei giovani inglesi,
l’arte del corpo e le tentazioni
sadomaso della “terza ondata”,
il flop di Baudo e il boom di Paolini,
Moscato, Scimone, Scaldati, Tarantino,
Romagna Felix e peep-show in discoteca
barboni in scena e scena in carcere.
E il Patalogo incontra con facce sempre
mutanti un’eroina pedofoba chiamata Medea
e Antigone ribelle anche tra gli exbollah,
e si trova sulle scene due campioni
sempre attuali nel multiforme emarginato
Woyzeck dei giovani o nel nostro
centenario Ubu pancione e surreale.



Cliccando sopra i singoli titoli potrete leggere una descrizione del rispettivo volume di teatro secondo il “metapatalogo” di Oliviero Ponte di Pino e Renata Molinari.

Il Patalogo 19
Annuario dello spettacolo 1996

pp. 272, illustratissimo, € 40,28

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Il Patalogo 18
Annuario dello spettacolo 1995

pp. 264, illustratissimo, € 37,00

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Il Patalogo 17
Annuario dello spettacolo 1994

pp. 364, illustratissimo, € 37,00

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Il Patalogo 16
Annuario dello spettacolo 1993

pp. 296, illustratissimo, € 37,00

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Il Patalogo 15
Annuario dello spettacolo 1992

pp. 332, illustratissimo, € 37,00

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Il Patalogo 14
Annuario dello spettacolo 1991

pp. 344, illustratissimo, € 35,00

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Il Patalogo 13
Annuario dello spettacolo 1990

pp. 280, illustratissimo, € 35,00

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Il Patalogo 12
Annuario dello spettacolo 1989

pp. 272, illustratissimo, € 30,00

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Il Patalogo 11
Annuario dello spettacolo 1988

pp. 300, illustratissimo, € 30,00

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Il Patalogo 10
Annuario dello spettacolo 1987

pp. 296, illustratissimo, € 30,00

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Il Patalogo 9
Annuario dello spettacolo 1986

pp. 264, illustratissimo, € 30,00

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Il Patalogo 8
Annuario dello spettacolo 1985

pp. 194, illustratissimo, € 20,00

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Il Patalogo 7
Annuario dello spettacolo 1984

pp. 208, illustratissimo, € 20,00

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Il Patalogo 5/6
Annuario dello spettacolo 1983

pp. 304, illustratissimo, € 22,00

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Il Patalogo 4
Annuario dello spettacolo 1982

Teatro e Lirica, pp. 288, illustratissimo, € 20,00

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Il Patalogo 3
Annuario dello spettacolo 1981

Teatro+Musica, pp. 210, illustratissimo, € 19,00

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Il Patalogo 2
Annuario dello spettacolo 1980

due volumi indivisibili
pp. 346 e 262, 1391 foto, € 40,00

Cinema, teatro, musica, lirica, danza, balletto, musica disco-rock, televisione
624 pagine, 1391 foto, 452 film, 416 spettacoli, 190 opere, 113 festival, 68 balletti, 115 discoteche, 15.028 personaggi, attori, attrici, cantanti, operatori, registi, cameramen, presentatori, animatori, morti, aspiranti, freak, fan e star
Tutto su un anno di spettacoli: i cast, i protagonisti, le tendenze,
le stagioni in e off nelle capitali straniere ma anche in provincia, i concerti rock,
gl’incassi, gli attori più redditizi, gl’indici di ascolto, le scelte dei critici, i Premi Ubu
Tra le sue sezioni speciali:
I film dell’anno dall’Albero degli zoccoli al Cacciatore
al boom del film musicale e di Fassbinder
Il cinema poliziottesco italiano: la prima storia completa di un genere popolare
Il cinema americano nei giorni di Apocalypse Now e di Manhattan:
i registi della New Wave e gli ultimi divi
Dossier Carmelo Bene tra mattatrici, femministe, travestiti, one-men-show,
nuovi mistici e Magazzini Criminali

La poesia alla ribalta, in cantina, a convegno, in performance, sulla spiaggia
Teatro-musica: l’avanguardia sonora, Garinei & Giovannini Story, il musical secondo
Arbasino, l’opera rock sovietica, altri suoni da Pechino a Teheran
L’anno Berg-Stravinskij e le Lulu dell’anno
Da Béjart a Barishnikov con la storia della nuova danza
Disco now: l’ultima mania del ballo
Dall’Histoire de Zero a Dalla-De Gregori, da Patti Smith a Iggy Pop
De-evoluzione, de-menza, de-gradazione
L’epopea dell’Altra Domenica un anno dopo
Tutto sulla televisione USA, da Fonzie agli scandali, dal Kolossal alla soap-opera
Il Patalogo due:
lo spettacolo dello spettacolo, la storia e il costume, le mode e il Kitsch,
il meglio ma anche il peggio.