I MANUALI
Come diventare attori? Come scoprire i segreti del corpo e del gesto? Come imparare a recitare improvvisando?
Marija Knebel’
L’analisi della pièce e del ruolo mediante l’azione
a cura di Alessio Bergamo
pp. 176, € 21,00
(ISBN 978-88-77482-83-9)
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Marija Knebel’ è stata una figura centrale del teatro russo del dopoguerra. Allieva di Michail Cechov, Stanislavskij e Nemirovic-Dancenko, attrice del Teatro d’Arte di Mosca, una delle prime registe donna in Russia, collaborò come insegnante all’ultima impresa sperimentale di Stanislavskij (lo Studio del 1935-1938). In non piccola parte è anche suo il merito se l’insegnamento di questo maestro in Russia si è salvato dalla canonizzazione dogmatica che aveva subito sotto Stalin. La Knebel’ vi ha contribuito con le sue regie, con l’opera di educatrice di registi e coi suoi libri che, a partire da quello che qui presentiamo, raccontano come Stanislavskij praticava, realmente, il suo sistema. Ci ha trasmesso un sapere concreto e al tempo stesso vivo, mobile, che ancora oggi è alla base dei programmi di studio degli istituti di formazione teatrale russi.
Scritto nel 1959, all’epoca del “disgelo”, in un momento in cui il teatro periferico che lei dirigeva aveva raggiunto un successo e una visibilità enormi, questo libro è una sorta di postilla a Il lavoro dell’attore sul personaggio di Stanislavskij (uscito in Russia solo due anni prima) e anche a un suo ipotetico e mai scritto Il lavoro del regista sulla pièce. Sulla base della sua esperienza accanto a Stanislavskij e del suo lavoro di regista e pedagoga (e con l’aggiunta di altre conoscenze estrapolate dal lavoro di regista assistente a fianco di Nemirovic-Dancenko), Marija Knebel’ riorganizza gli elementi a sua disposizione e ci mette a conoscenza di una metodologia mobile, elastica di come intraprendere le prove di un testo. Al centro di questa metodologia, però, non c’è il testo, ma l’azione dell’attore, la creatività dell’attore che improvvisa. Come poter costruire dei ruoli improvvisando? Di quali strumenti dotarsi perché le improvvisazioni siano utili? Come devono prepararsi, registi e attori, a questo lavoro? A cosa fare attenzione mentre si svolgono le improvvisazioni? Come correggerle e andare avanti? Di ciò tratta questo libro essenziale per comprendere a fondo e applicare l’insegnamento di Stanislavskij. Cosa faceva, esattamente, il Maestro nel suo ultimo periodo di lavoro? Come lavorava al ruolo e alla pièce? Che è successo in Russia dopo la sua morte e successiva canonizzazione? Chi e come ha reso possibile che quell’insegnamento si sviluppasse in maniera viva e continuasse a produrre maestri su maestri? L’analisi della pièce e del ruolo mediante l’azione è un libro che permette al lettore italiano di cominciare a darsi risposte a queste domande, un libro indispensabile agli artisti e agli studiosi di teatro.
Horst Coblenzer
Franz Muhar
Respiro e Voce
Istruzioni per parlare bene
Introduzione di Luca Ronconi
2° edizione, pp. 164, € 22,00
(ISBN 978-88-77482-74-7)
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Per chi recita è indispensabile saper respirare. Questo libro scritto da un pedagogista esperto di voce (Horst Coblenzer) e da un fisiatra del respiro (Franz Muhar), entrambi docenti dell’Università di Musica e Arti figurative di Vienna, ci spiega i principi dell’educazione del respiro e della voce, basandosi su una lunga esperienza personale e sui risultati di recenti scoperte scientifiche. Il “metodo” è stato applicato per anni da Iva Formigoni nella sua pratica di docente della voce presso la scuola del Piccolo di Milano, dove approdò nel 1965 dopo aver lavorato con Bertolt Brecht al Berliner Ensemble, e più tardi ha suscitato l’entusiasmo di Luca Ronconi. Ma aldifuori del teatro, si tratta di uno strumento necessario a tutte le persone che desiderano usare bene la propria voce, specialmente per motivi professionali, come cantanti, oratori, manager, avvocati, insegnanti, logopedisti, ed è utile a tutti coloro che desiderano mettersi in contatto con gli altri superando paure e insicurezze, spesso dovute a errori foniatrici.
“Quando sono stata introdotta a questo metodo ho cambiato radicalmente il mio modo di insegnare e considerarer la respirazione fonatoria, cioè la respirazione legata alla comunicazione. Coblenzer ci dà un metodo per arrivare a rendere consapevole e padroneggiabile un processo automatico e per risvegliarlo se è stato condizionato e sviato da interventi ‘pedagogici’ o altro. Questo metodo esige lo sviluppo della percezione di sé e dell’ascolto, come altri approcci rivoluzionari nel campo del movimento (Feldenkrais, Alexander, Eutonia), che oggi dovrebbero far parte di una buona formazione del comunicatore”
Iva Formigoni
“Con le sue acute proposte scientifiche e il suo esaustivo e pure agilissimo impianto didascalico, Respiro e voce si presenta oggi al lettore italiano come uno dei più efficaci strumenti, o delle più attrezzate palestre, a disposizione di quanti siano interessati a educare per ragioni personali o professionali i propri mezzi vocali. Vertiginoso punto di fuga del volume, utopica meta a portata di respiro e pure irraggiungibile, quella ‘scrittura ad alta voce’ di cui favoleggiava Barthes nelle proprie erotiche e sensuali considerazioni postsemiotiche intorno al Piacere del testo, fisiologica, non ‘fonologica’ ma ‘fonetica’, tutta tesa – vorrei aggiungere teatralmente – a cercare ‘(in una prospettiva di godimento) […] gli incidenti pulsionali, […] il linguaggio tappezzato di pelle, un testo in cui si possa sentire la grana della gola, la patina delle consonanti, la voluttà delle vocali, tutta una stereofonia della carne profonda.”
Dall’introduzione di Luca Ronconi
Jacques Lecoq
Il corpo poetico
Un insegnamento della creazione teatrale
4° edizione
pp. 188, ill., € 15,00
(ISBN 978-88-77481-87-0)
Esaurito
Jacques Lecoq è stato un grande maestro di teatro, che ha iniziato la sua strada in Italia, nei primi anni di Strehler al Piccolo, quindi compagno e suggeritore del trio Parenti-Fo-Durano, per tornare a Parigi dove ha fondato e diretto per quarant’anni la sua famosa scuola internazionale, basata su una personale accezione del mimo, alla ricerca di un lavoro collettivo per una “commedia umana”, forgiando artisti quali Mnouchkine, Bondy, Kentridge, Marthaler… Prima di morire, a settant’anni, nel 1998, Lecoq aveva licenziato questo libro in cui racconta con semplicità toccante la sua scoperta dei segreti del corpo, partito dallo sport per strappare le proprietà espressive alla materia inventando un mondo di maschere, proteso verso la natura nel suo recupero della comunicazione.
Questo è un manuale poetico che insegna il gioco della vita.
“Mimare è ‘essere un tutt’uno con’ e quindi capire meglio. Se qualcuno maneggia tutto il giorno dei mattoni, accadrà che a un dato istante non sappia più cosa sta maneggiando: diventa un automatismo. Se gli si domanda di mimare come maneggia un mattone, sarà in grado di riscoprire l’essenza di questo oggetto, il suo peso, il suo volume. Questo fenomeno è di grande interesse in campo pedagogico: mimare permette la riscoperta della cosa nella sua autenticità. L’atto di mimare è in questo caso una conoscenza. Non bisogna confondere questo mimo pedagogico con l’arte del mimo, che raggiunge la sua grandezza nella trasposizione, in particolare nel Nô giapponese, dove l’attore mima la sua collera con qualche vibrazione del ventaglio. Esiste analogamente un mimo nascosto in tutte le arti; ogni vero artista è un mimo. Se Picasso ha potuto dipingere un toro così come ha fatto, è perché ne aveva visti talmente tanti che poteva essenzializzarlo dentro di sé, e di qui poteva nascere il suo gesto: mimava. Pittori e scultori mimano molto bene, sono partecipi dello stesso fenomeno. Ecco perché sono potuto passare dall’insegnamento del teatro a quello dell’architettura, inventando gli ‘architetti-mimanti’: mimano dapprima gli spazi esistenti, per conoscerli, poi quelli da costruire, perché la loro realizzazione sia organica”.
Jacques Lecoq
“Non c’è teatro senza passione, né passione che non sia teatrale. Ma nessuno aveva mai detto con altrettanta chiarezza di Lecoq che, scoprendo le leggi del movimento, avvicineremo la struttura delle passioni umane.”
Nadia Fusini (da “la Repubblica”, 24 agosto 2000)
La matematica dell’attore
pp. 160, € 23,00
(ISBN 978-88-77482-40-2)
Esaurito
Jurij Alschitz
La grammatica dell’attore. Il training
97 esercizi di poetica teatrale
3° ed., pp. 180, ill., € 19,00
(ISBN 978-88-77481-95-5)
Esaurito
Come diventare attori? Come fare di questo lavoro un’arte? La grammatica dell’attore è un manuale strutturato secondo una serie di lezioni pratiche: oltre 150 esercizi raccontati e illustrati, un’introduzione in nove sezioni al training, con cui l’attore predispone il proprio apparato psicofisico all’incontro col personaggio, all’improvvisazione, a vivere sulla scena.
La raccolta è frutto dell’esperienza di Jurij Alschitz, regista, già assistente di Anatolij Vasil’ev alla Scuola d’Arte Drammatica di Mosca, e quindi fondatore di prestigiose scuole a Berlino, Stoccolma e a Roma, mentre continua a tenere corsi in diverse scuole italiane.
Una lezione che è anche il diario personale di un artista alla conquista di un metodo.